
Dopo tutti questi anni continua ad affascinarmi l’atmosfera di quest’ascensore.
I suoi rumori obsoleti, la vista delle scale che scorrono giù attraverso i vetri, questa luce retrò che porta tutto con sé indietro nel tempo. Quando ci si chiamava per farsi passare a prendere da un piano all’altro e i bambini saltavano i gradini a due e a tre. E Marino borbottava dopo aver appena passato lo straccio.
Il tempo non si è fermato e lui ora non c’è più, ma per me tutto è ancora nell’aria. In questa luce antica.
Questi sono ricordi preziosissimi che danno alla vita quel dolce che serve sempre. Che bello!
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Verissimo. Occorre riconoscerli quando ci raggiungono, lasciarli volare, farli nostri. E permetterci di sorriderne.
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Assolutamente sì
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