Come stai?

Cavaliere sfigato che affronta il drago.

Di norma non sarebbe una domanda difficile. Normalmente risponderesti io sto bene, e tu? In un quotidiano normale. Ma non sempre il quotidiano è così normale, a volte sono tempi diversi, importanti, che segnano. Eppure la risposta sarà io sto bene. Un po’ all’americana, dove nessuno è interessato veramente ad una risposta sincera. O almeno quasi nessuno. A volte invece non è così, a volte c’è preoccupazione sincera, lo senti. Almeno per la salute.

Ma la risposta non può essere sincera. Non puoi dire che stai vivendo uno dei momenti più difficili, forse il più difficile. Che vorresti affogare i pensieri nel gin o nel whisky, che pure fa tanto tipo duro. Se poi hai solo tre mezze bottiglie di Caffè Borghetti come alternativa non è facile sostenere quel ruolo. E non puoi dire che sei appeso ad un cespuglio in cima ad un canyon pronto a mollare, è metafora già usata che non rende la situazione.

Ci vorrebbe una metafora più calzante, magari epica, meno rassegnata, che racconti del pericolo e della speranza. Un cavaliere. Un cavaliere appiedato che sta affrontando un drago. Un drago che ne ha visti di cavalieri e, certo, questo sembra un poco mal messo. Gli tremano le gambe, fa fatica con la spada, cerca di capire come potrà mai farcela. Eppure è ben conscio dell’importanza della posta in palio. E perciò non può e non vuole fuggire.

Oppure, pensando al momento, un naufrago. Su un guscio di noce nel mezzo di una tempesta. Non è un marinaio esperto e non l’ha vista arrivare, impara alla svelta. Continua a gettare acqua fuori bordo ed ad affrontare quel mare che sembrava così splendido. Vuole ritrovarlo, perché è tutto ciò che ha. Quindi continuerà ad affrontare quella tempesta determinato. E se la tempesta è parte di questo viaggio, beh, allora che tempesta sia.

Metafore, stupide metafore. Il punto è che a volte non si può rinunciare, a volte il senso è solo quello che dà la possibilità che possa esistere un dopo, un tempo oltre. Quando si sente l’importanza del tutto, allora non si cala lo sguardo, e si va avanti. Col rischio del patetico e del malinconico, una pessima accoppiata, eppure con la convinzione che sia il giusto. Sia chiaro, nel frattempo chiedete pure come stai. Vi dirò che sto bene. Benissimo.

Un pensiero riguardo “Come stai?

  1. Leggendoti mi è venuta in mente questa frase sentita in una serie tv “L’unico modo per fallire è non combattere, e allora combatti finché non puoi combattere più. Mai mollare. Mai rinunciare. Mai fuggire. Mai arrendersi.” A me in quel momento aiutò e fece riflettere, per questo me la scrissi.
    Non so cosa tu ti stia affrontando ma ti auguro di non perdere mai la forza di impugnare la spada e puntarla contro il drago, e di continuare a gettare acqua fuori bordo finché il mare non si sarà calmato.

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