La memoria e l’oblio

Cimitero del Verano (Roma, 2019).

La gente muore solo quando viene dimenticata.

“Eva Luna”, Isabel Allende.

Cosa resterà di noi, dopo la nostra dipartita? Per la maggior parte di noi ben poco. Basteranno un paio di generazioni o poco più per non essere mai esistiti, per scomparire dai ricordi di ogni essere vivente che ci abbia incontrato o meno. E’ questa l’amara e indubbia realtà: che ogni nostro dolore e gioia, sentimento e operato scompariranno dalle menti e dai cuori di questa nostra umanità. Poco male, direte voi, e sono d’accordo. Tutte le cose che prendiamo ogni giorno tremendamente sul serio sono assolutamente effimere, per quanto sembrino oggi scolpite nella pietra del nostro quotidiano. E per questo e altri motivi si dovrebbe imparare a vivere tenendo conto di questa prospettiva con leggerezza.

Leggermente diversa è la situazione quando ciò accade prima della nostra dipartita, magari quando persone che resteranno scolpite per sempre (il sempre relativo di prima, naturalmente) nella nostra memoria e nei nostri cuori invece si allontanano, cancellano lentamente tutto ciò che di grande ed importante si era e ci dimenticano, come ci si dimentica di un graffio da bambini. Si resta lì, nell’indifferenza altrui senza capire come sia possibile una tale asimmetria, senza darsene una spiegazione logica. In questi casi si muore da vivi e, a differenza della dipartita finale, non c’è la fortuna di non potersene rendere conto. C’è la coscienza del dramma di questo oblio, ed il dolore che ne nasce.

Ma tornando alle dipartite meno dolorose, quelle definitive, pochi fra noi invece non saranno dimenticati per molto molto tempo, magari mai. Sono i grandi uomini e le grandi donne che ci hanno lasciato, a noi e a quelli che verranno dopo di noi, qualcosa di emozionante ed unico grazie ad una vita generosa piena di doni anche per le generazioni future. I grandi artisti, ad esempio, le cui opere e quindi la loro memoria non possono morire. Artisti grandissimi e anche meno grandi, ma magari significativi per ciò che hanno trasmesso. Come forse sarà il buon Andrea Camilleri anche con la sua produzione letteraria e che, pur citando la sua ormai prossima dipartita, trova ancora modo di farci sorridere.

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Da Goodreads sul libro
“Conversazione su Tiresia”
di Andrea Camilleri

La luce accecante di un tramonto

Tiresia, leggendario veggente cieco, viene raccontato da Camilleri ormai non vedente in prima persona, con tutto il bene ed il male che ne è stato detto. Tra mille riferimenti letterari, impreziositi dai ricordi importanti dell’autore, egli attraversa i secoli fino a noi con l’umanità che solo Camilleri poteva donargli. E che, a giudicare dagli spezzoni video che ho trovato, è ancora più intensa nella sua rappresentazione al teatro greco di Siracusa, che mi ha fatto dare quella stellina in più di quanto questo scritto minimo eppur profondo poteva attendersi. Ci mancherà Andrea, ci mancheranno le sue parole e le sue pagine. A meno che, come Tiresia, non riesca a tornare. Ce lo auguriamo tutti.

“Può darsi che ci rivediamo tra cent’anni in questo stesso posto. Me lo auguro. Ve lo auguro.”

Roma, 23 Marzo 2019 – Leggimi anche su
https://www.goodreads.com/review/show/2759239824

12 pensieri riguardo “La memoria e l’oblio

  1. Io non credo che nessuno possa dimenticare qualcuno che è stato importante per un secondo, un mese, dieci anni. Non si dimentica, si va avanti. Tutti. Anche a chi sembra di no. Un giorno ci svegliamo e quel dolore dovuto all’abbandono, alla propria scomparsa dalla vita dell’altro (che hai ragione è questo a farci stare male, più di averla persa nella nostra) non c’è più. E seppure fino a quel giorno non ci sembrava possibile, ci avvolge una sensazione bellissima e indimenticabile. Io lo so.

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      1. È vero e molto doloroso. Ed è sempre lo stesso dolore ad ogni età. Alla mia che ho superato i 50, si aggiunge finché non ci si libera della sofferenza anche l’idea di invecchiare da soli che non ci aveva mai neanche sfiorato. Poi passa tutto, si rinasce e ci si ritrova il futuro davanti e alla vecchiaia si pensa un’altra volta,

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  2. L’ha ribloggato su A roman's thoughtse ha commentato:

    Lo sapeva che il suo tempo era vicino alla sua fine. E attendeva serenamente il compimento del suo percorso. Non senza augurarci, a sé stesso e a noi tutti, la possibilità di ritrovarci ancora in un qualche modo. E noi sappiamo che ci ritroveremo sempre perché Andrea fa ormai parte di noi e della nostra anima. Grazie Andrea.

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