La paura

Paura dell’erba (Roma, 1961).

E per qualche motivo ti tornano in mente delle letture che ti hanno colpito per il tema oltre che per lo sviluppo brillante, come con Ammaniti ed il suo ‘Io non ho paura’. La paura, come l’abbiamo vissuta ed esorcizzata nella nostra vita, è infatti un tema importante. Che ci ha costretto più volte a confrontarci con le nostre debolezze più segrete, conoscendole per imparare a conviverci ed infine sapere come gestirle nel modo migliore, senza fuggire.

Allora ripenso alle mie prime paure. Dicono che da bimbo avessi paura dell’erba e della sabbia, per esempio. Mi dovevano lasciare su di un asciugamano od una coperta, o sarei rimasto con le braccia verso l’alto sperando che qualcuno mi portasse via al sicuro. Erano evidentemente paure indotte da una madre troppo premurosa col suo primogenito, e naturalmente furono superate col tempo ed il piacere di sdraiarsi in spiaggia o sull’erba.

Più in là ricordo la paura della violenza fisica. A quei tempi a casa ce ne era, tra sorelle a cui non potevi reagire (più o meno) perché più piccole e protette, e punizioni corporali ancora diffuse e anche serie. Cercavi di svicolare, imparavi a sopportare, ti abituavi al dolore. Ed i primi amici. Ricordo una zuffa clamorosa con Mauro, lunghissima rincorrendosi per le strade. Finì alla pari e poi ci abbracciammo. Poi lui divenne esperto di arti marziali.

Ci si abitua alla paura della violenza, e si impara l’importanza di dominarla e non fuggire. Ricordo quella volta che, gruppo di adolescenti, fummo assaliti attraversando un parco a scopo di rapina. Non ce lo aspettavamo e la paura ci fece disperdere credendo in questo modo ce la saremmo cavata meglio. Fu un errore, e fummo raggiunti e rapinati uno ad uno. La paura ci aveva fatto fare la scelta sbagliata di fuggire, avremmo dovuto affrontarli.

E’ che ci si trova sempre spiazzati di fronte alla minaccia ed alla violenza, verbale o fisica, se non è nella propria natura e se si pensa sia un fatto incivile. Così è per me, ma sappiamo che quella violenza è intorno a noi e col tempo si impara a non farsi intimorire. Alla violenza verbale, per esempio, basta rispondere col controllo. Verificando gli spazi di dialogo se ci sono, e senza farsi intimidire se non ci sono, tanto non ti ascolteranno.

Alla violenza fisica oggi in realtà so di non poter rispondere un gran che, un poco anche per l’età. Pensandoci, però, al massimo possono farti male, anche molto male. Ma alla fine tutto rimane limitato a quello e la loro sarà una vittoria effimera. Perché non possono cambiare le tue idee e le tue convinzioni, non possono umiliare ciò che sei come persona perché il valore non si pesa a schiaffoni. Il valore è in quello che siamo e in cui crediamo.

Evidentemente si è completato un percorso. Si impara a conoscersi e a fare i conti con se stessi, a guardare le cose in faccia per come sono. Si comprende col tempo come gestire le proprie pulsioni paurose di fronte alla minaccia, perché se a queste si cede allora il pericolo si ingigantisce. La paura è una sovrastruttura da eliminare di fronte alla realtà comunque da affrontare. Tanto al massimo si muore, e senza paura si muore una volta sola.

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Da Goodreads su “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti:

Una vera impresa…

… che non è quella vissuta del protagonista, ma quella affrontata dell’autore. Ovvero, riuscire a rivivere (e farci rivivere, insieme a lui) per un intero romanzo e senza deroghe, il mondo di un bambino di 9 anni esattamente con i suoi occhi. Con le sue piccole ma grandi passioni, un mondo di amicizie e tradimenti, ginocchia sbucciate e primi turbamenti, di biciclette e subbuteo, degli animali del cortile da torturare e del rapporto con i grandi. Perlopiù incomprensibili, ma fondamentali. E che non è un mondo di fate (come a volte pensano gli adulti), ma di mostri e coraggio e arrossimenti e botte in testa e amore. Ecco, la cosa che mi colpito di più è stata la capacità di riportarmi a quel mondo, che pure è stato mio, nostro, e che poi abbiamo inevitabilmente messo da parte. Un mondo fantastico.

Roma, 10 Agosto 2017 – Leggimi anche su
https://www.goodreads.com/review/show/2088496707

5 pensieri riguardo “La paura

  1. Io ho paura di litigare. Litigare è una cosa che proprio non mi piace e non mi è mai piaciuto. Ricordo come se fosse ora la prima volta che ho fatto a botte, si ho fatto a botte con una ragazza più piccola di me ma fisicamente più grande, avevo 40 anni ed è successo perchè lei ha dato un pugno a mia madre durante una discussione. E’ stata una reazione automatica e , lo so che è brutto, ma lo rifarei se fosse l’unica lingua che questi esseri capiscono. Buona giornata Ro’ un bacio Monica ^_^

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  2. Apprezzo molto il tuo articolo,mi fa riflette su alcuni aspetti. La paura non è semplicemente una sovrastruttura da eliminare è qualcosa di atavico, un campanellino d’allarme, delle antenne che captano segnali che ci destabilizzano. Credo che dovremmo riflettere sull’oggetto della paura, sulla modalità di affrontarlo e come gestirlo nel futuro. Inoltre, anche le più effimere fantasiose e incomprensibili fanno parte di noi, contribuiscono alla nostra unicità.
    Ciao

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