なんくるないさ, nankurunaisa

Canoista, o quasi (Calabria, 1990).

Ho incontrato l’espressione giapponese nankurunaisa per caso, e mi ha molto incuriosito. Il senso che si dà ad essa è, in generale, una cosa del tipo in qualche modo andrà, per lo più interpretato nel senso leggero di non preoccuparti, le cose si aggiusteranno da sole. Una espressione leggera ed un poco fatalista adottata sempre più diffusamente per interpretare le cose che ci accadono nella vita. In realtà, le cose non stanno esattamente così.

Prima di tutto, non si tratta di una sola parola, ma della frase nankuru nai sa. E non è neanche giapponese, ma è tratta dal dialetto di Okinawa. Poi in realtà non è una frase a sé stante, ma è la parte finale di una espressione più articolata che è makutu sookee nankuru nai sa in cui la parte più importante è quella che di solito non viene riportata all’inizio. Il significato completo diventa, infatti, comportati come si deve ed in qualche modo andrà bene.

Il concetto originale diviene quindi molto diverso e meno fatalista di quello assunto popolarmente. Non si tratta di lasciar accadere gli eventi subendoli senza far nulla per modificarli, ma di muoversi tra gli eventi continuando a fare la cosa che si ritiene giusta perché così, in modi magari imperscrutabili, le cose si sistemeranno in senso positivo. Purché, come dice il presupposto, ci si continui a comportare nel modo giusto e necessario.

Se quindi la sola frase nankuru nai sa può avere, ed ha in Giappone, una sfumatura leggermente negativa legata ad un comportamento un po’ irresponsabile, quella completa cui in realtà ci si riferisce in origine è molto più interessante e positiva. Le cose non si aggiustano semplicemente da sole ed è necessario fare ciò che è umanamente possibile perché ciò possa avvenire. Una specie di aiutati che il ciel t’aiuta nostrano, insomma.

Che non vuol dire quindi essere particolarmente attivi come fosse un volere è potere e neanche particolarmente passivi andando alla deriva di fronte agli eventi. C’è una via di mezzo, più naturale, e c’è una metafora che ben la descrive. E’ quella di un canoista giù per un torrente. Non potrà vincere la corrente, né dovrà subirla inerme. Potrà invece assecondarla scegliendo il percorso migliore ed evitando gli ostacoli per arrivare alla meta.

Ed allora, se è così, nankurunaisa sia.

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